Dott.ssa Raffaella Brangi - Biologa Nutrizionista Torino
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Functional food (alimenti funzionali)

5/5/2014

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Basta leggere un giornale di salute e benessere, o seguire un semplice programma di cucina alla TV, per essere catturati dalla miriade di informazioni che ci arrivano sulle esaltanti virtù di alcuni alimenti che la natura ci offre e che quotidianamente ritroviamo sulle nostre tavole. 
 
In particolare, si parla tanto oggi di "cibi funzionali", ovvero alimenti o suoi componenti, di cui è stata dimostrata la capacità di ottenere un effetto benefico su una o più funzioni del nostro organismo, portando ad un miglioramento dello stato di salute e di benessere.

Gli alimenti funzionali non sono integrazioni dietetiche e dimostrano i loro effetti nelle quantità in cui vengono normalmente consumati con la dieta abituale. Un alimento funzionale può essere, inoltre, per legge, un alimento naturale oppure un alimento in cui un componente è stato aggiunto o eliminato, aumentato o ridotto rispetto alle quantità originariamente presente, modificato mediante processi tecnologici o aumentata la biodisponibilità. L'alimento funzionale, infine, non modifica le proprie caratteristiche organolettiche rispetto agli analoghi alimenti naturali. 

I componenti che possono venire impiegati per formulare un prodotto funzionale possono essere numerosi: antiossidanti (flavonoidi, carotenoidi, licopene, polifenoli,ecc.), fibre vegetali, sali minerali, probiotici, prebiotici, fitosteroli, grassi polinsaturi omega 3. Gli scopi sono molteplici: ad esempio rafforzare le difese immunitarie, migliorare le funzioni intestinali, rallentare
l'invecchiamento cellulare, proteggere dalle patologie cardiovascolari.

Il Giappone ha il merito di aver lanciato il concetto di "cibo funzionale" con la messa in commercio del primo soft drink arricchito di fibra.

In commercio possiamo trovare:
  • il pomodoro, il pompelmo rosa, l'anguria; naturalmente ricchi di licopene ad azione antiossidante;
  • i legumi, ed in particolare la soia, che contengono isoflavoni utili in menopausa;
  • frutta e verdura ad alto contenuto di carotenoidi (carote, zucca, peperoni, melone, albicocche..) che intervengono nel potenziare le difese immunitarie, proteggono dai danni solari e dalle principali patologie cardiovascolari e neoplastiche;
  • prodotti lattiero caseari (es.yogurt, latti, bevande al latte) che mediante l'azione di batteri selezionati (probiotici) e/o di sostanze in grado di promuovere la crescita di specifici gruppi di batteri (prebiotici) regolano la funzionalità intestinale;
  • margarine, yogurt, bevande a base di latti addizionati di steroli vegetali (o fitosteroli) sostanze che si sono dimostrate utili nel ridurre i valori di colesterolo plasmatico;
  • il succo d'uva e numerose spezie ed aromi come erba cipollina, cipolle, aglio, che contengono polifenoli sostanze antiossidanti che intervengono nel ridurre il richio cardiovascolare.

E' importante ricordare che in ogni caso anche un "cibo funzionale" va sempre associato ad uno stile di vita attivo ed inserito all'interno di una dieta sana ed equilibrata.




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Facciamo la spesa insieme, etichette alimentari

6/2/2014

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Come  sempre accade quando andiamo a fare la spesa al supermercato, la gamma di  prodotti che ci vengono offerti è impressionante; ci muoviamo molto spesso in un labirinto di sapori, colori e odori che non sappiamo neanche decifrare. 
Solo uno sguardo attento all'etichetta dei prodotti che compriamo, può aiutarci a scegliere davvero con consapevolezza ciò che mangiamo.

In vendita è possibile trovare prodotti sfusi o preincartati (cioè venduti al dettaglio e destinati ad un consumo immediato) e preconfezionati (imballati).
Scelto il prodotto da acquistare, vediamo allora,  quali sono le principali informazioni riportate in etichetta utili ad orientarci in questo districato universo, fatto di marketing e di prodotti che poi arriveranno sulle nostre tavole

Diamo sempre uno sguardo attento:
  • Al luogo di origine o di provenienza. E' obbligatorio riportare in etichetta il nome (la ragione sociale o il marchio depositato) e la sede del confezionatore o di un venditore, così come stabilito dal regolamento europeo. Recentemente anche per i prodotti agroalimentari è stata approvata la disposizione secondo cui deve essere indicato il luogo e l'origine di provenienza. Ricordiamo poi che alcuni prodotti "Made in Italy"  possono anche essere pregiati di un marchio di qualità (STG, DOC, DOCG, DOP, IGP), indicazione facoltativa del produttore  che come sappiamo garantisce la tipicità del prodotto che acquistiamo.
  • All'elenco degli ingredienti. Con il termine "ingredienti" si intende qualsiasi sostanza, inclusi gli additivi, utilizzata nella preparazione di un prodotto alimentare e presente nel prodotto finito, anche se in forma più o meno modificata. Tutti gli alimenti contenuti nel prodotto devono essere indicati in ordine decrescente di quantità. Questo ci può far capire molto dell'alimento che stiamo comprando. Per esempio un succo di frutta che ha come primo ingrediente l'acqua conterrà poca frutta. L'elenco degli ingredienti non è richiesto per gli ortofrutticoli freschi,  gli aceti di fermentazione, i formaggi, il burro, il latte, le creme fermentate ed, ovviamente, per i prodotti costituiti da un solo ingrediente come ad esempio le acque.
  • All'etichettatura nutrizionale. In base al nuovo regolamento comunitario, dal corrente anno sarà resa obbligatoria per la maggior parte dei prodotti preconfezionati. Riporta le informazioni relative al valore energetico e ai nutrienti che compongono un cibo, ad esempio calorie, proteine, carboidrati, grassi , fibre alimentari, sodio ed altri sali minerali. La tabella nutrizionale può esprimere i valori in 100 g di prodotto o in porzione. Attenzione  in quest'ultimo caso a comparare diversi prodotti perché ovviamente una porzione può avere un peso diverso a seconda del prodotto.
  • Alla modalità di conservazione. Diventa obbligatoria solo quando è necessario seguire particolari accorgimenti prima e dopo l'apertura della confezione. Un esempio sono i succhi di frutta o altri liquidi pastorizzati, che, una volta aperti,  possono essere conservati solo in frigorifero,  i cibi in scatola da conservare in luogo freddo e asciutto oppure i cibi surgelati da conservare alla temperatura riportata in etichetta.
  • Al termine minimo di conservazione o data di scadenza. Se è presente la scritta "da consumarsi preferibilmente entro il..." o " termine minimo di conservazione..." vuol dire che quell'alimento no ha una vera data di scadenza, ma sta ad indicare che, dopo quella data, è possibile non mantenga le sue specifiche proprietà nutrizionali. Un esempio è lo yogurt, mangiato dopo la data riportata non è dannoso per la salute, ma, la sua carica microbica, e quindi la sua azione benefica per la funzionalità intestinale, si riduce notevolmente. Se invece sull'etichetta è riportato " da consumarsi entro il..." vuol dire che dopo quella data il cibo non può essere più consumato perché con probabilità deteriorato.






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Il frigorifero

31/8/2013

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Pensate a quanto usiamo alcuni elettrodomestici e come sarebbe difficile farne a meno.

Il frigorifero, ad esempio, ha dato la prima grande svolta nel campo dell'igiene alimentare.

Con il freddo viene inibita la crescita e proliferazione di alcuni microrganismi, ciò rende i nostri cibi sicuri e soprattutto facili da conservare.

Inventato nel 1851 dallo scienziato americano John Gorrie, il frigorifero è stata una vera e propria "rivoluzione" casalinga.
Come tutti gli strumenti, che la tecnologia nell'era moderna offre, bisogna, però, saperlo usare.

La temperatura da impostare è 4-5° C, ma questa non resta uguale in ogni sua parte.

Il punto più freddo è il ripiano in basso e questo è il posto adatto per conservare la carne e il pesce freschi; un pò più caldo è, invece, il cassetto al di sotto, ideale per frutta e verdura.
Le uova, i prodotti caseari, i salumi, gli avanzi di cibi precedentemente cotti, le torte e i prodotti contrassegnati dalla scritta "Dopo l'apertura conservare in frigorifero" vanno posizionati nelle mensole centrali oppure se non c'è più spazio in quelle più in alto. Infine, bibite, salse e grassi da condimento che necessitano solo di una leggera refrigerazione, vanno messi nello scompartimento della porta, cioè nel punto più caldo.

Ricordate che per i cibi industriali e confezionati è necessario non superare la data di scadenza del prodotto, per gli altri è bene tenere a mente le seguenti indicazioni:     
  • in frigorifero;
    le carni crude si conservano da 1 a 4 giorni in base alla grandezza del taglio, 
    le carni cotte o conservate da 2 a 8 giorni,                                                                                                                          il pesce fresco o cotto al massimo 2 giorni, minestre e paste e formaggi freschi da 2 a 3 giorni,
    formaggi stagionati anche più di un mese, verdura e frutta da 3 a 8 giorni,
    scatolame aperto da 2 a 5 giorni.
  • in freezer;
    carni crude da 1 a 12 mesi, pesce fresco da 15 giorni a 2 mesi,                                                                                  pane e farinacei da 1 a 2 mesi, dolci da 2 a 3 mesi,                                                                                                verdura e frutta cotte da 6 a 8 mesi.
E’ sempre  buona norma, inoltre, che il frigorifero sia sempre pulito e non riempito troppo (la cattiva circolazione di aria al suo interno, infatti, crea condensa, ambiente adatto alla crescita di microrganismi e muffe).

Insomma, se non esistesse il frigorifero, non sapremmo come conservare in sicurezza tutti i nostri alimenti e, non meno importante, tutti quei “simpatici” magnetini che compriamo come “souvenir” e che fanno del nostro elettrodomestico un vero e proprio diario di viaggio.




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