Dott.ssa Raffaella Brangi - Biologa Nutrizionista Torino
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La sindrome metabolica

19/6/2014

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Una corretta alimentazione è fondamentale nella terapia delle malattie metaboliche e nella prevenzione di quelle cardiovascolari.

Se un tempo obesità, dislipidemia, ipertensione arteriosa e diabete erano considerate e trattate separatamente, oggi le si considera manifestazioni di un'unica condizione clinica alla quale si dà il nome complessivo di Sindrome Metabolica (National Cholesterol Education Program; Adult Treatment - Panel III NCEP- ATP III; 2001-2005).

Si é in presenza di Sindrome Metabolica se sono presenti almeno tre dei seguenti fattori di rischio: 
  1. Circonferenza vita (obesità) > 102 cm per gli uomini e > 88cm per le donne;
  2. Trigliceridi (lipidi)  > 150 mg/dl;
  3. HDL  < 40 mg/dl per gli uomini e < 50 mg/dl per le donne;
  4. Glucosio > 100 mg/dl
  5. Pressione arteriosa >130/85 mmHg
In questo caso, il primo intervento terapeutico che viene intrapreso è  quello dietetico; talvolta, questo, risulta tanto efficace nel correggere le alterazioni metaboliche da evitare la terapia farmacologica. 
 
Studi epidemiologici suggeriscono cha l'aggregazione tra i vari fattori di rischio determini un fattore di rischio moltiplicativo, maggiore cioè alla somma dei singoli fattori di rischio coesistenti. 

Alla luce di queste premesse, è evidente che la prevenzione della Sindrome Metabolica e delle sue complicanze andrà attuata innanzitutto mediante la riduzione dell'obesità, in particolare del grasso viscerale e centrale, che condiziona il  miglioramento e, a volte, anche la completa normalizzazione di tutte le alterazioni che caratterizzano la Sindrome Metabolica.
Ciò può essere ottenuto associando ad una regolare attività fisica, diete moderatamente ipocaloriche, a basso contenuto di grassi animali, zuccheri semplici e ricche di fibre vegetali.


 


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Ipertensione, importanza di un corretto regime alimentare

11/11/2013

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Con il termine di ipertensione arteriosa si definisce un aumento anormale e prolungato della pressione arteriosa (maggiore o uguale a 140/90 mmHg). 
 
La pressione arteriosa è la forza esercitata dal sangue sulle pareti delle arterie, tale pressione aumenta:
  • all'aumentare del volume di sangue circolante;
  • all'aumentare dell'ematocrito ( perché il sangue è più viscoso);
  • all'aumentare della portata cardiaca, che a sua volta aumenta all'aumentare della frequenza e della forza di contrazione del cuore;
  • se a livello periferico vi è un ostacolo importante al libero scorrere del sangue nei vasi, per esempio per la presenza di placche aterosclerotiche;
  • in situazione di forte stress psicofisico, per il rilascio di catecolamine che restringono il calibro di molte arteriole;
  • all'aumentare della rigidità dei vasi.
 
È chiaro che, oltre a fattori genetici, sull'aumento pressorio incidono in modo significativo fattori legati al fumo, condizioni di stress sociale, invecchiamento, obesità, diabete, colesterolo, sedentarietà e non in ultimo abitudini alimentari poco corrette.
 
A fronte di queste osservazioni, oltre al trattamento farmacologico, se consigliato, e ad un raccomandato buon livello di attività fisica, è necessario ottenere se necessario un significativo calo ponderale, attraverso un regime dietetico iposodico
che nel contempo riduca l'apporto calorico giornaliero e l'utilizzo di bevande alcoliche.
 
In merito al calo ponderale si è potuto stabilire che una diminuzione del peso corporeo medio tra i 5 e i 7 Kg può ridurre la pressione arteriosa mediamente di circa 10-20 mmHg, sia per la diastolica che per la sistolica, in soggetti con un sovrappeso superiore al 10% del peso ideale. 
 
La restrizione di sodio può avvenire riducendo  il consumo di sale da cucina, che in questi soggetti non dovrebbe essere superiore ai 2 g al giorno, ma non solo. È  necessario al contempo ridurre il consumo di formaggi stagionati, a favore di quelli freschi come mozzarella e ricotta e ridurre il consumo di insaccati o prodotti affumicati, in quanto cibi ricchi di sale. È importante inoltre fare attenzione a prodotti industriali utilizzati per la preparazione di cibi come il benzoato di sodio utilizzato come conservante nelle salse, nei condimenti e nelle margarine o il citrato di sodio utilizzato come esaltante di sapore nei dolci, nelle gelatine ed in alcune bevande.

La dieta del soggetto iperteso dovrebbe pertanto essere basata su alimenti ricchi in fibre, come verdure, cereali, legumi e frutta, moderando il più possibile snack salati e prodotti precotti. 
 
Per  insaporire le pietanze si consiglia l'utilizzo di spezie ed erbe aromatiche, utilizzando metodi di cottura semplici,  magari esaltando il sapore dei cibi con aceto o succo di limone.

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Sovrappeso ed obesità - modifichiamo lo stile di vita

7/5/2013

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Piramide alimentare
La modifica dello stile di vita basata sulla terapia cognitivo comportamentale è necessaria nella gestione del sovrappeso e obesità, al fine di fornire al soggetto un insieme di procedure e strategie atte a modificare in modo persistente le abitudini alimentari e i livelli di attività fisica.

Solo così, infatti,  si possono ottenere risultati duraturi nel tempo, evitando il classico effetto "yoyo" ovvero una ripresa di tutti i chili persi che con tanta fatica sono stati eliminati a seguito di un trattamento dietetico.

Pertanto una dieta moderatamente ipocalorica deve essere strettamente associata ad un incremento dell'attività fisica e ad un percorso di educazione all'alimentazione.

Un percorso di dimagrimento corretto dovrebbe essere caratterizzato su grandi linee come segue:
  • introduzione di un regime dietetico ipocalorico atto a ridurre l'introito calorico di 500-1000 kcal al giorno col fine di ottenere un decremento di 0,5-1 Kg a settimana.
    La dieta dovrebbe inoltre contenere circa il 55% di carboidrati, il 15% di proteine, e il 30% di grassi;
  • implemento graduale dell'attività fisica con un target di 10.000-12.000 passi al giorno.
  • approccio cognitivo comportamentale volto ad aumentare l'aderenza alla dieta e all'attività fisica, controllando gli stimoli ambientali che portano a mangiare in eccesso e abbandonando pensieri disfunzionali. 
In questo modo si può far posto a comportamenti equilibrati e a stili di vita sani nella piena consapevolezza e conoscenza di ciò che si sceglie di mangiare

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