Dott.ssa Raffaella Brangi - Biologa Nutrizionista Torino
  • Home
  • Chi sono
  • Metodo
  • Approfondimenti
  • Contatti

Il benessere cutaneo - alimentazione e stile di vita

21/1/2018

0 Commenti

 
Foto
Con il passare degli anni, la pelle subisce modificazioni a livello cellulare e strutturale. Si parla di crono-invecchiamento e si traduce in un lento cambiamento dell'aspetto esteriore. 
Il tessuto cutaneo, più di ogni altro organo, essendo maggiormente esposto a fattori esterni (radiazioni solari, sbalzi di temperatura, inquinamento, ecc.) subisce questo graduale processo. 

Se è vero che i modi e i tempi d'invecchiamento dell'organismo, pelle inclusa, dipendono dal nostro patrimonio genetico, alcuni fattori possono infatti accelerarlo:   

  • le radiazioni UV (sole e lampade artificiali) possono causare nel tempo secchezza cutanea , depigmentazione della pelle, cheratosi, macchie e lentiggini;
 
  • lo smog ed il fumo di sigaretta sono responsabili del così detto smoker's face con conseguente perdita di elasticità dell'epidermide, comparsa di rughe e segni evidenti sulla pelle;
 
  • lo stress è responsabile di forte irritabilità, tendenza all'arrossamento, colorito spento, probabile comparsa di eruzioni cutanee; 
 
  • la menopausa che provoca la riduzione della produzione di estrogeni (ormoni che influenzano la rigenerazione cellulare) e determina una diminuzione della densità cutanea con un assottigliamento dell'epidermide; 
 
  • la disidratazione che determina un'immediata secchezza cutanea, con possibili screpolature e la comune sensazione di pelle ruvida al tatto;   
 
  • i repentini cambiamenti climatici sono spesso responsabili di una profonda disidratazione; 
 
  • un regime alimentare sbilanciato con poca frutta e verdura che, associato ad un'eccessiva assunzione di alcolici e/o farmaci, innesca processi ossidativi con formazione di radicali liberi e conseguente danno delle strutture cellulari;

In particolare, poi, alcune sostanze contenute negli alimenti sono capaci di influenzare in modo profondo il DNA, di interferire con le difese immunitarie e gli equilibri ormonali, di contrastare la formazione dei radicali liberi e l'invecchiamento cellulare.
Tra queste
: 
  • la vitamina A presente nei grassi animali (es.tuorlo d'uovo, burro, olio di fegato di merluzzo) o sotto forma di beta-carotene nella frutta e nella verdura gialla e arancione (es. carote, albicocche, zucca, melone, patate dolci, pomodori secchi) e negli ortaggi di colore  verde scuro (es. spinaci, rucola e broccoli);

  • la vitamina E presente in oli vegetali, frutta secca (es. mandorle e noci), semi, ortaggi a foglia verde, cereali integrali, germe di grano, asparagi avocado, fegato, uova; 

  • la vitamina C presente in molti tipi di verdura e frutta fresca (es. agrumi, kiwi, fragole, peperoni, pomodori, cavolfiori, broccoli, verdure a foglia verde);
​ 
  • le vitamine del gruppo B in particolare la B5 o acido pantotenico fondamentale per l'attività delle cellule e la rigenerazione dei tessuti (presente ad esempio in carni, uova, funghi, crostacei, lievito di birra) e la B12 che dà energia (come fonte affidabile presente solo nei cibi di origine animale);
​ 
  • il selenio (presente nel lievito, germe di grano, riso e altri cereali integrali..) ed il coenzima Q10 (presente in piccole quantità in sardine, sgombri, soia, frutti oleosi e germe di grano);
​ 
  • gli acidi grassi essenziali come omega-3 e omega-6 determinanti nel garantire l'elasticità del collagene e controllare i processi infiammatori (presenti in frutta secca, semi e oli di origine vegetale, pesce azzurro come aringhe, alici, salmone, sgombro..);
​  
  • i polifenoli contenuti nelle fonti vegetali (frutta e verdura fresca) attivi nella ricostruzione del collagene e nel mantenimento di una pelle giovane e radiosa. 

L'età ha quindi il suo peso, ma agire d'anticipo con uno stile di vita sano è possibile. Se è vero che "siamo ciò che mangiamo" (Ludwig Feuerbach 1804-1872), sono soprattutto i cibi che portiamo in tavola a determinare la bellezza della nostra pelle. 
Seguire una dieta equilibrata, ricca di antiossidanti e povera di sodio, bere molta acqua, mantenersi in esercizio fisico, evitare fumo ed alcol, evitare lunghe esposizioni al sole e dormire a sufficienza sono tutti interventi utili a contrastare i lenti processi legati all'invecchiamento cutaneo.  ​

0 Commenti

Osteoporosi

12/6/2017

0 Commenti

 
Foto
La perdita di massa ossea con l'età è un processo fisiologico ma, quando supera una certa entità, diventa una malattia cui si dà il nome di osteoporosi e che rappresenta il disturbo più comune del metabolismo minerale osseo in età avanzata.  L'osteoporosi è caratterizzata da una compromissione della resistenza ossea che predispone a un maggior rischio di fratture che rappresentano l'epifenomeno clinico della malattia, pur potendo decorrere per anni anche in maniera del tutto asintomatica.

Attraverso la correzione dello stile di vita e il trattamento farmaco-terapeutico è possibile in molti casi ridurre o addirittura arrestare il decorso della malattia.

Uno studio recentemente condotto dall'OMS ha evidenziato che l'osteoporosi interessa, attualmente, oltre 75 milioni di persone in Europa, Stati Uniti e Giappone, con un rischio stimato del 15% di andare incontro ad una frattura vertebrale del polso o dell'anca nell'arco della vita. E' stato, inoltre, pronosticato che nel 2050 l'osteoporosi interesserà tra i 7,3 e i 21,3 milioni di persone nel mondo. Solo in Italia studi epidemiologici, con dati raccolti tra il 1999 e il 2000, mostrano che la malattia nel sesso maschile riguarda il 14,5% dopo i 60 anni ed il 22,8% delle donne dopo i 40 anni.

La massa ossea dipende dal bilancio tra la quantità di osso formato dagli osteoblasti e la quantità di osso riassorbito dagli osteoclasti. Così la massa ossea aumenta nelle prime tre decadi di vita (in maniera importante nelle prime due e lievemente nella terza) per raggiungere il picco di massa ossea tra i 20 e i 30 anni. Il picco di massa ossea raggiunto alla maturità scheletrica (20-30 anni) è il principale fattore che incide sulla massa ossea nelle età successive ed è determinante nello sviluppo dell'osteoporosi.  La massa ossea in una certa età è determinata, infatti, dalla risultante della differenza tra osso acquisito durante l'accrescimento (massa ossea del picco) e quella persa nelle epoche successive, perdita che si accelera dopo la menopausa a causa della carenza di estrogeni. Dopo la menopausa, infatti, l'assenza di estrogeni favorisce la scomparsa dell'inibizione dell'attività osteoclastica con conseguente aumento del ritmo di demolizione ossea. Contemporaneamente il calo di estrogeni compromette l'efficacia del riassorbimento intestinale del calcio alimentare e, come conseguenza, diminuiscono i livelli ematici di calcio con conseguente aumento di paratormone (PTH) che riporta la calcemia a livelli normali attraverso la stimolazione del riassorbimento dell'osso. L'effetto netto è la perdita di massa ossea.

Alcuni fattori nutrizionali o dello stile di vita, così come la presenza di altre patologie associate, possono comunque accelerare la perdita ossea indipendentemente dal calo estrogenico. Le cause predisponenti dell'osteoporosi sono, infatti, definite multifattoriali e sono legate a predisposizione genetica, stato fisiologico, apporto di calcio, vitamina D, attività fisica, peso corporeo e non ultimo alimentazione.

Per prevenire l'osteoporosi  l'obiettivo è:
  • raggiungere nelle prime fasi della vita dell'individuo un picco di massa ossea ottimale adottando un corretto regime alimentare ed un corretto stile di vita  (prevenzione primaria);
  • porre una diagnosi precoce attraverso interventi strumentali come la densitometria minerale ossea (MOC) o la DEXA (Dual-emission X-ray absorptiometry) considerate il gold-standard per la valutazione della densità minerale ossea (prevenzione secondaria).

Secondo le linee guida internazionali OMS (Organizzazione mondiale della sanità) nell'ambito della prevenzione primaria è inoltre necessario:
  • Astenersi dal fumo;
  • Evitare il sedentarismo e favorire l'attività fisica;
  • Evitare deficit di vitamina D assicurando una corretta esposizione al sole e, se necessario, intervenire  con opportune integrazioni  (la vitamina D è prodotta dal nostro organismo a partire dal colesterolo ma, per essere convertita nella forma attiva, la D3 detta anche colecalcilferolo, è necessaria l'esposizione al sole);
  • Promuovere uno stato nutrizionale corretto con adeguate assunzioni di calcio (1000-1200 mg /die) e proteine ad alto valore biologico (soprattutto negli anziani) principalmente di fonte vegetale evitando gli eccessi per mantenere un buon equilibrio acido-base.

Questo è possibile attraverso un uso appropriato di alimenti ricchi di calcio e vitamina D come latte vaccino e/o bevande vegetali addizionate (latte di riso, di soia ecc.), yogurt, legumi, frutta secca (es. mandorle),  semi oleaginosi (es. sesamo), verdure (es. rucola, radicchio verde, cavolo cappuccio, indivia, tarassaco, foglie di rapa, carciofi, broccoletti di rapa), erbe aromatiche (salvia, rosmarino, basilico, menta), pesce azzurro (es. sgombro e salmone) e uova.  Anche un buon apporto idrico è necessario e l'acqua già contiene buone fonti di calcio (es. acque minerali bicarbonato-calciche).
​
In conclusione, nell'ambito di una dieta varia ed equilibrata, non facciamo mai mancare questi alimenti incidendo, a scopo preventivo, in modo corretto sulle nostre abitudini alimentari e sul nostro stile di vita. 

0 Commenti

Nutrizione al femminile

28/4/2013

0 Commenti

 
La donna si caratterizza per un'ampia variabilità di esigenze nutrizionali specifiche, fisiologiche e secondarie all'instaurarsi del ciclo mestruale, alla gravidanza e all'allattamento, nonché all'assetto metabolico della menopausa.

Per tale motivo, nelle diverse età, la donna dovrà prestare attenzione alla sua alimentazione, con particolare riguardo all'assunzione di minerali come ferro e calcio, nonché a quella di acido folico, vitamina B12 e vitamina D.

Durante l'adolescenza, ad esempio, le donne sono più suscettibili a sviluppare comportamenti alimentari anomali, mirati al raggiungimento di modelli di perfezione irraggiungibili; tali disturbi, possono dare luogo a disordini ormonali e della crescita.
Di fondamentale importanza, quindi, durante questa fase di vita, è l'educazione alimentare che apporti il giusto quantitativo di macro e micronutrienti (questo, ovviamente, associato ad uno stile di vita attivo che contrasti la sedentarietà).

Durante la gravidanza, la convinzione che i fabbisogni nutrizionali siano doppi è un errore. Una donna in gravidanza deve, infatti, semmai mangiare "due volte meglio". 

La menopausa, poi, è caratterizzata da tutte le modificazioni ormonali che portano alla perdita dell'effetto protettivo degli estrogeni, con conseguente variazione della distribuzione del grasso corporeo che si localizza maggiormente a livello viscerale. Fin dal periodo pre-menopausale, perciò, è necessario prevenire e trattare il sovrappeso e l'obesità che, se trascurati, possono comportare un maggiore rischio di sviluppare una sindrome metabolica e patologie cardiovascolari.

È necessario, quindi, correggere stili di vita errati, con un sano incremento dell'attività fisica, un bilanciato regime alimentare, cessare il tabagismo e l'eccessivo consumo di bevande alcoliche.
0 Commenti

Menopausa? Qualche dritta per nutrirsi nel modo giusto

22/4/2013

0 Commenti

 
Spesso, il termine menopausa racchiude in sé una miriade di fantasmi. Cerchiamo di fare un pò di chiarezza.

La parola menopausa deriva dal greco men=mese e pausis= pausa, significa cessazione dei flussi mensili. 
L'ovulazione scandisce ogni mese il ritmo del ciclo mestruale; con il passare degli anni, però,  iniziano a presentarsi dei cicli anovulatori, cioè privi di ovulazione, nel quale non viene prodotto il progesterone dal corpo luteo e si assiste ad un calo importante dei livelli di estrogeni.
 
Questo comporta un importante cambiamento fisiologico della donna che, sovente, si trova ad affrontare una serie di disturbi, dunque, non malattie...

Disturbi che se saprà accettare e conoscere, rappresenteranno degli stimoli positivi per un naturale processo di benessere e consapevolezza di se stesse. 
Molte non sanno, ad esempio, che le classiche "vampate" sono scatenate facilmente dal caffè, dall'alcol, dai cibi troppo caldi e dai pasti abbondanti e ricchi  di grassi animali. 

Alimentarsi correttamente è quindi fondamentale, per questa fase così delicata per il corpo femminile. Se poi avete vampate di notte, fate attenzione alla vostra alimentazione durante le ore serali. In questo caso si possono anche assumere  tisane o tinture madri di melissa e passiflora, per la loro azione antispastica e calmante sul sistema nervoso. E' importante introdurre nella dieta quotidiana un'abbondante quantità di verdure, mangiare spesso cereali integrali (farro, grano, orzo, riso) e legumi (lenticchie, ceci, fagioli). Tra questi ultimi,  la soia, come è noto, è ricca di isoflavoni, appartenenti alla famiglia dei fitoestrogeni, che sono sostanze di origine vegetale, strutturalmente e funzionalmente simili agli estrogeni prodotti dall'organismo.
0 Commenti
    Ecco uno spazio dedicato a chi vuole approfondire i vari aspetti della nutrizione e non solo!

    Categorie

    Tutto
    Acqua
    Alimentazione E Depressione
    Alzheimer
    Anemia
    Antiossidanti
    Benessere
    Celiachia
    Cellulite
    Cucina
    Diabete Gestazionale
    Dieta Vegetariana
    Donna
    Educazione Alimentare
    Intestino Irritabile
    Intolleranze
    Lattosio
    Malattie Cardiovascolari
    Menopausa
    Osteoporosi
    Radicali Liberi
    Sicurezza Alimentare
    Sovrappeso
    Steatosi Epatica
    Stile Di Vita

Dott.ssa Raffaella Brangi, corso Vinzaglio 29, 10121 Torino (TO) - Tel: 3934332192 - email: info@studiobrangi.bio | pec:raffaella.brangi@pec.onb.it  P.IVA: 10616940010
Foto usate con licenza Creative Commons da Sanutri, alimentación para tu bebe, mathiasbaert