Dottoressa Raffaella Brangi - Biologa Nutrizionista Torino
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Rosmarino

26/4/2022

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Il rosmarino (Rosmarinus officinalis), il cui nome significa “rugiada del mare”, appartiene alla famiglia della menta, anche se il suo aspetto è del tutto differente.
Il rosmarino è un cespuglio sempreverde, con corteccia squamosa e con foglie corte e allungate (2-3 cm di lunghezza e 1-3 mm di larghezza), dal colore verde come aghi di pino. Il sapore e l’aroma del rosmarino sono tra l’altro simili a quelli del pino ma più pungenti, una combinazione organolettica unica che evoca per certi aspetti il folto della pineta e il mare aperto; da qui “rugiada del mare”.
Originario della regione mediterranea, dove cresce spontaneamente nelle zone litoranee lungo le coste tirreniche e ioniche, il rosmarino è oggi coltivato nella maggior parte delle zone temperate, in Europa e in America. Fin dal VI secolo a.C. era tenuto in grande considerazione in Grecia e nell’antica Roma, sia per le sue proprietà curative che in cucina. Si riteneva che fosse utile a stimolare e rafforzare la memoria ed era usato anche come digestivo. Simbolo di fedeltà, lo si ritrova come ornamento in abiti e decorazioni regali di nozze in Gran Bretagna. L’olio di rosmarino fu estratto la prima volta nel XIV secolo e venne poi usato per fare “l’acqua della regina d’Ungheria”, un cosmetico a quei tempi molto popolare. Nel XVI e XVII secolo divenne poi un digestivo molto comune e venduto dagli speziali.
Il rosmarino ha molti effetti simili a quelli della menta, per la ricchezza di flavonoidi e di oli essenziali, che lo rendono un utile alleato nello stimolare le difese immunitarie e migliorare la circolazione. I rametti e le foglie di rosmarino, raccolti da maggio a luglio e fatti seccare all’ombra, sono usati in cucina o come oli essenziali, e hanno molteplici proprietà carminative, toniche e stimolanti del sistema nervoso e digerente. E’ stato dimostrato che il rosmarino favorisce la digestione, aumenta le funzioni cognitive e la concentrazione mentale.
In virtù dell’alto contenuto di acidi fenolici (diterpenoli e triterpenoli), l’estratto di rosmarino rappresenta inoltre un potente antiossidante. In particolare l’acido rosmarinico, in esso contenuto, è in grado di ridurre la risposta infiammatoria, cambiando la concentrazione del leucotriene B4 e di altre molecole che agiscono come messaggeri dell’infiammazione. Per questo motivo lo si consiglia a chi soffre di artrite reumatoide, asma bronchiale ed aterosclerosi.
Il suo potere antiossidante lo rende poi anche utile come additivo nell’industria alimentare ed oggi molto utilizzato per la preparazione di prodotti da forno salati e carni conservate.
Scegliere il rosmarino fresco piuttosto che quello essiccato garantisce maggiore aroma e sapore ai piatti. Il rosmarino fresco si conserva in frigo anche per una settimana, avvolto in un tovagliolo umido e per tre mesi nel congelatore.  I ramoscelli freschi devono essere di color verde salvia intenso e privi di macchie gialle o scure. Se si sceglie quello essiccato, esso si conserva invece per sei mesi se messo in un contenitore chiuso e in un luogo fresco e asciutto e al riparo dalla luce.
Comunemente usato in cucina e in svariate ricette, il rosmarino è un prezioso alleato usato per insaporire minestre o per dare gusto a carne e pesce, conferendone un sapore unico e caratteristico, dolce e al tempo stesso leggermente pungente. Un cucchiaio di foglie fresche, insieme a del miele, può essere utilizzato anche per deliziose bevande scaldando 100 ml di latte vaccino o di soia.

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